Paolo Ferri: il divario digitale nella scuola italiana tra apprendimento e discriminazione
Per l’Ocse, in Italia gli studenti svolgono molti compiti a casa, ma i risultati nelle prestazioni risultano inferiori rispetto alla media degli altri paesi europei dove si studia di meno. Inoltre, si ha una discriminazione tra gli studenti abbienti e quelli meno abbienti: mentre i primi studiano più ore e hanno la possibilità di essere seguiti dai genitori o da altre figure di supporto, i secondi impiegano meno tempo nei compiti a casa. Ne risulta che il rendimento scolastico può essere influenzato dalla situazione socioeconomica dello studente. Secondo l’analisi di Paolo Ferri –professore di Teoria e tecnica dei Nuovi Media e Tecnologie didattiche dell’Università Milano-Bicocca– tutto ciò ha origine in gran parte dal divario digitale della nostra scuola e da una didattica ancora troppo trasmissiva, che non coinvolge direttamente gli alunni.